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Il segmento testuale Brigate Nere è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 23Entità Multimediali , di cui in selezione 19 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 445

Brano: [...] e smorzate con la fondazione della Milizia (v.) (che aveva segnato il prevalere dell’ala perbenista e « legalitaria » del fascismo delle origini), nella Repubblica sociale lo squadrismo potè prendersi la rivincita, costringendo il partito ad adeguarsi alla sua efficienza militare. Nell’estate del 1944 a Pavolini non restò che prendere atto di questa mutata situazione: il segretario nazionale diede l’ordine di mobilitare tutti gli iscritti nelle Brigate Nere (v.), trasformandoli in militari per « affrontare le supreme esigenze della guerra civile ».

Alla fine della « ristrutturazione »,

nelle Brigate Nere si contarono

11.000 militi; pochi, rispetto alle centinaia di migliaia censiti come « iscritti ». Di fatto, nel passaggio da « partito delle tessere » a « partito dei fucili » il P.F.R. aveva smarrito insieme ai propri iscritti anche la propria autonoma fisionomia.

Partito unico e pluralismo politico

Diverse erano inoltre le coordinate politiche, nel cui ambito il P.F.R. (rispetto al vecchio P.N.F.) era chiamato ad operare. Per la prima volta aH’interno del paese dominato dalla dittatura fascista si poneva il problema della coesistenza con altri partiti (clandestini è vero, ma vivi e[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 409

Brano: Foschiatti, Gabriele

La Brigata Nera « A. Sciesa » di Milano (1944)

condo un rapporto tedesco, alla data del 9.4,1945 i membri delle Brigate Nere erano 22.000, ma in realtà « il numero dei pronti a combattere oscillò fra i tre e i quattro mila » (Moellhausen).

Secondo i piani fascisti, le Brigate Nere avrebbero dovuto sorgere in ogni provincia occupata. I notiziari ufficiali fascisti danno notizia delle seguenti:

Torino: I Brigata Nera « Ather Cappelli » Alessandria: Il Brigata Nera « Attilio Prato » Aosta: III Brigata Nera « Emilio Picot » Asti: IV Brigata Nera « Luigi Viale »

Novara: VI Brigata Nera « Augusto Cristina » Vercelli: VII Brigata Nera «Bruno Ponzecchi» Milano: Vili Brigata Nera « Aldo Resega »; Brigata Nera « A. Sciesa »

Bergamo: IX Brigata Nera: « Leonardo Cortese »

Cremona: XII Brigata Nera « Augusto Felisari »

Mantova: XIII Brigata Nera « Marcello Turchetti [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 845

Brano: Muccini, Ugo

portunamente distribuiti nella zona di Canepari, Ponzanello, Villa e Ponzano.

Il 14 dicembre, caduto in un’imboscata, il commissario politico Paolino Ranieri fu gravemente ferito e fatto prigioniero dalle Brigate Nere. Per ottenerne il riscatto, le formazioni partigiane operanti nelle province di La Spezia e di Massa Carrara faranno inutilmente diverse proposte di scambio di prigionieri; alla fine, Ranieri riuscirà a porsi, in salvo fuggendo dal carcere alla vigilia della Liberazione. Nel gennaio 1945, ricostituita la Brigata « Muccini » al comando di Flavio Bertone e Mario Montarese (v.) con circa 150 uomini, ricominciarono le azioni di guerriglia: l’attacco a una pattuglia di bersaglieri della Divisione « Italia » fruttò ai partigiani 11 prigionieri, tra cui due ufficiali.

Nel febbraio 1945, in locali[...]

[...]o Luperi », con Amedeo Toffi comandante e Claudio Portunato commissario politico.

Per tutto il mese di febbraio e in marzo vennero incessantemente

condotti attacchi contro pattuglie e basi nemiche. In località Santo Stefano furono uccisi, in uno scontro, 3 ufficiali tedeschi. In concomitanza con l’inizio dell’offensiva alleata furono anche intensificate le azioni di sabotaggio: da ricordare, tra le altre, la demolizione della caserma delle Brigate Nere di Sarzana, fatta saltare nonostante la stretta sorveglianza fascista. All’indomani di questa operazione i repubblichini abbandonarono la città.

Dopo l’occupazione di Carrara e Forte Bastione da parte degli Alleati, la « Muccini » prese contatto con le prime pattuglie americane attestatesi in Pulica (Fosdinovo) e, al comando di Walter, attaccò in forza il nemico deciso a resistere in Fosdinovo. Seguirono 10 giorni di aspri combattimenti, nel corso dei quali i partigiani dovettero passare alla difensiva. Essi riuscirono tuttavia a tenere le loro posizioni e ad arrecare rilevanti danni al ne[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 844

Brano: [...] posero a presidio dei villaggi di Canepari, Carignano, Falcinello, Ponzano, Bibola, Ponzanello, Capriola e Vallecchia, nel territorio compreso tra le rotabili congiungenti Sarzana a Santo Stefano, Aulla, Pallerone, Tendola, Fosdinovo, Caniparola.

Azioni di guerriglia

Le principali azioni della Brigata Garibaldi « Muccini », a parte le continue interruzioni dei più importanti nodi stradali e ferroviari e l’eliminazione di appartenenti alle Brigate Nere e di spie, furono: il 26.9.1944, dopo un attacco alla locale caserma della Milizia per liberare alcuni ostaggi, l’occupazione dell'intera città di Sarzana, per

4 ore, da parte di 200 partigiani; in ottobre, lo scontro nella ghiaia di Carignano con forze tedesche e fasciste che ebbero 3 morti, 4 feriti e 3 prigionieri; il 3 novembre, l’attacco alla caserma della Brigata Nera di Sarzana presidiata da 65 uomini e difesa da dispositivi di mine e reticolati (cadde in questa azione il comandante della pattuglia partigiana Rudolf Jacobs (v.), ex ufficiale della marina tedesca schieratosi con le f[...]

[...]o i 100 partigiani della « Muccini » si videro costretti ad attraversare le linee. Nel corso dell’azione cadde Miro Luperi (v.), alla cui memoria sarà conferita la medaglia doro al valor militare.

Al mattino del 29 novembre l’intera zona occupata dai vari distaccamenti della « Muccini » fu sottoposta a un pesante rastrellamento, nel quale il nemico impiegò non meno di 8.000 uomini tra fanteria tedesca, Alpenjaeger, alpini della « Monterosa », Brigate Nere e marò.

Martellati dal fuoco dei mortai dell’artiglieria pesante, i distaccamenti partigiani ressero fino all'imbrunire, ma al cader della notte il Comando decise lo sganciamento e circa 500 uomini ordinatamente abbandonarono le varie postazioni sotto la guida dei rispettivi comandanti. Durante il rastrellamento, durato 3 giorni, i partigiani ebbero

15 caduti in combattimento e numerosi feriti, alcuni dei quali in forma grave. Alla fine, rimasta senza viveri e con poche munizioni, pressoché l’intera Brigata, con il suo comandante Galantini, passò la linea del fronte.

Ricostituzione d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 153

Brano: [...]nato da padre Reina e da un membro del C.L.N. a Castellanza, al Centro di raccolta prigionieri di guerra.

I caduti rhodensi

Alfonso Chi mi nel lo, Alvaro Negri, Pasquale Perfetti e Luigi Zucca, prelevati dalle loro case sotto l’accusa di aver svolto propaganda sediziosa e sabotato la ferrovia, furono torturati e infine fucilati a Turbigo il 13.10.1944, come rappresaglia in seguito all’uccisione di una donna sospettata di collaborare con le Brigate Nere. A nulla valsero gli interventi dei Padri Oblati, di monsignor Benetti e del cappellano del carcere. Prima di sopprimerli, i fascisti portarono i condannati a Legnano per ulteriori interrogatori e maltrattamenti. Il destino dei quattro patrioti si concluse sulle rive del Naviglio Grande, tra Boffalora e Castelletto, dove furono gettati nelle acque in piena. I loro corpi, emersi alle griglie del Naviglio Grande, furono poi portati al cimitero di Cuggiono e, successivamente, in quello di Rho.

Nel luogo dell’eccidio è stato eretto un cippo dai superstiti del Raggruppamento Partigiano “Alfredo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 7

Brano: [...]l C.V.L. di Revò (Trento), dopo di che il suo comandante si dileguò, inosservato, dirigendosi verso il confine svizzero.

Su questo episodio, riferisce una lettera esibita nell'agosto 1952, durante il processo celebrato presso II Tribunale militare territoriale di Milano nei confronti di « Merico Zuccari e altri quindici »:

« Comitato Nazionale di Liberazione di Revò (Trento).

Oggetto: Circa il disarmo della Divisione “Tagliamento” delle Brigate Nere.

Verso le ore nove del mattino del 3 corrente (maggio 1945) il maresciallo dei carabinieri Sterchele Michele, comandante la stazione di Revò, si recava nella frazione di Cagno per ottenere la liberazione di una ventina di ostaggi prelevati in detta frazione da un reparto germanico. A circa metà strada faceva incontro con la Brigata Nera “Divisione Tagliamento” al quale comandante (col. Zuccari Merico) chiedeva ove fosse diretto. Questi chiese quali erano le ultime notizie sugli avvenimenti di guerra, e saputo che ormai le truppe alleate marciavano su Bolzano, si dichiarava pronto a cedere [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 33

Brano: [...]i e con il terzo componente della Missione, fu carcerato.

Dopo I’8.9.1943 finì in mano ai tedeschi che lo destinarono alla deportazione. Durante il viaggio, nei pressi di Verona tentò la fuga, ma fu ripreso e internato nel campo di concentramento di Gries (Bolzano). Da qui evase nel settembre 1944, si portò a Torino e si unì alla 6a Brigata S.A.P., ma il 15.2.1945, in seguito a delazione, fu nuovamente catturato, questa volta dai militi delle Brigate Nere. Deferito al Tribunale speciale (sotto il nome di Luciano Lupi, non avendo egli mai rivelato la sua vera identità), fu condannato a morte insieme al De Bona e fucilato, pochi giorni dopo, nel Poligono torinese del Martinetto.

Tebaldi, Augusto

N. a Soave (Verona). Colto dalT8.9.1943 mentre prestava servizio militare come ufficiale in una caserma di Pietralata (Roma), si diede alla macchia. Portatosi in Toscana e poi nella natia Soave, si collegò alle forze della Resistenza stabilendo rapporti con il professore Berto Perotti e con il dottor Gianfranco De Bosio, membri del C.L.N. di Verona[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 290

Brano: [...]botaggi e imboscate, affrontando combattimenti in campo aperto nella bassa Valsesia e fuori zona, diedero luogo ad una feroce rappresaglia ancora una volta a Borgosesia. Nelle frazioni di Rozzo e Lovario (v.) 20 civili tra i diciannove e i cinquantasette anni furono prelevati dalle loro case e barbaramente trucidati.

Al parroco di Borgosesia che, dopo essersi rivolto inutilmente al Comando tedesco per evitare l’eccidio, supplicò il capo delle Brigate Nere di intervenire, venne data col diniego questa risposta che, nel suo cinismo, conteneva una grande verità: « Non possiamo commuoverci Reverendo: lei sa

meglio di me che da queste parti sono tutti partigiani ».

Agosto 1944 aprile 1945

Dall’agosto 1944 alla Liberazione le formazioni partigiane che erano nate e avevano preso il nome dalla Valsesia abbandonarono quasi completamente la Valle. La consistenza numerica e la preparazione militare raggiunte permettevano alle brigate di incalzare il nemico nei presìdi lungo le rotabili e l’autostrada nella pianura novarese e vercellese, impegna[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 394

Brano: [...] marzo 1944, in una casa abbandonata non lontano da Villadeati, in un luogo chiamato “Tribecco”, avevano preso dimora una ventina di partigiani comandati dall'avv. Pietro Angelo detto "Pontini" e da Della Valle [Giusto). Il gruppo si muoveva come tanti altri attorno ai paesi in mezzo alle colline e alle vie di comunicazione della valle Cerrina, col pieno appoggio della popolazione.

Il 9.10.1944 una colonna di circa 400 uomini tra SS, G.N.R. e Brigate Nere, stipati in 25 camion e preceduti da un’autoblindo, partirono da Casale Monferrato per Villadeati al comando del maggiore Mayer. Giunta all’altezza del “Tribecco”, la colonna circondò la zona e dopo un fuoco intenso di mortai e mitragliatrici mosse all’assalto.

Non trovando i partigiani, che da tempo avevano abbandonato la casa, i nazifascisti arrestarono 50 capifamiglia, più il parroco del paese don Ernesto Camurati. Poi, nel pomeriggio, insieme a 9 abitanti del paese, il parroco venne avviato nel luogo scelto per la fucilazione.

Poco prima che l’esecuzione avesse luogo, don Camurati s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 408

Brano: [...]imase ai fascisti altra possibilità che quella di impegnare militarmente se stessi, vuoi per difendersi meglio dai sempre più minacciosi attacchi partigiani, vuoi per vendicarsi contro le popolazioni « colpevoli » di appoggiare le forze della Resistenza, vuoi infine per riservarsi qualche possibilità di scampo rimanendo uniti, in vista della immancabile resa dei conti finale.

Nacquero così, con un decreto firmato da Mussolini il 21.6.1944, le Brigate Nere (v.), tentativo di militarizzazione del partito fascista. Tornando al grembo di violenza che

lo aveva generatp, negli ultimi spasimi della sua agonia il fascismo ricostituì le « squadracce ». Sorto per iniziativa di Corrado Pavolini, il « Corpo ausiliario delle camicie nere composto dalle Squadre dazione » avrebbe dovuto mobilitare obbligatoriamente, dall’1 luglio e su basi territoriali di provincia, tutti gli iscritti al Fascio repubblicano dai 18 ai 60 anni. Se

Militi di un Battaglione « M * durante un rastrellamento (Teramo, 14.12.1943)

6LlM >01* ToMATI


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Brigate Nere, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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